Il cambiamento dell’equilibrio geopolitico influenzerà sulle produzioni del made in Italy?

da | Mar 28, 2022

Ritengo che mai come adesso la politica estera possa influire sull’esportazione del made in Italy.

Come abbiamo visto le sanzioni adottate dall’alleanza USA-UE verso Putin hanno portato alla chiusura dell’esportazione del nostro made in Italy di lusso in Russia creando disagi che nel peggiore dei casi porteranno alla chiusura di PMI sostenute solo da quel mercato.

Quale sarà il prossimo scenario commerciale del nostro fashion system? E’ difficile darne una risposta ben precisa, ma possiamo fare delle analisi per sostenere delle ipotesi. Fino al 1998 la Nato comprendeva 15 paesi e nel corso degli anni il numero è sempre cresciuto arrivando a quello di oggi di 30 paesi. Questo ha fatto sì che la Russia venisse sempre più spinta versa la Cina allontanandosi dall’Europa. Vanno evidenziati due punti concatenati che ritengo fondamentali, uno è quello che le sanzioni sempre più aspre danneggiano la Russia solo nei mercati di chi le ha approvate e il secondo è che i paesi contrari nutrono risentimento verso l’Occidente. Questi due aspetti porteranno a creare un nuovo asset geopolitico in cui si viene a formare una coalizione tra Russia, Cina, India, Arabia ed ad una buona parte di stati africani. Questa nuova composizione favorirà la complicità di un mercato interno dovuto al pensiero anti americano-europeo che li accomuna. Va ricordato che il mercato cinese è il più ambito da parte delle maison italiane insieme a quello indiano e dei nuovi paesi emergenti africani in cui la Cina sta investendo. Se da una parte Biden non è capace di adottare una politica estera adatta alla risoluzione del conflitto e l’Europa continua con una debole trattativa diplomatica che allontana sempre più la Russia, la Cina risponde oscurando la Premier League per nascondere la protesta dei giocatori contro la guerra in Ucraina.

Di fronte a questo contrasto c’è da chiedersi che interpretazioni daranno le nuove gen Z asiatiche alla fornitura di armi all’Ucraina da parte dell’Occidente.

Tutti sappiamo cosa successe a Dolce & Gabbana dopo lo spot che ridicolizzava le tradizioni cinesi, la perdita di 800 milioni euro di fatturato sul totale allora di 1.800.000.000 di euro con la chiusura da parte delle piattaforme cinesi della vendita on line dei prodotti della griffe. A questo punto è deducibile che l’astio che questa nuova coalizione geopolitica proverà verso gli USA-UE potrebbe trasformarsi nella riluttanza verso l’acquisto anche dei prodotti made in Italy.

E’ solo un’ipotesi.

Condividi questo articolo

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *