La fine di Alessandro Michele

da | Nov 24, 2022

Alessandro Michele è stato per sette anni direttore creativo durante i quali ha “contribuito enormemente a rendere Gucci ciò che è oggi”, senza però riuscire negli ultimi anni a incrementare le vendite con lo stesso vigore della concorrenza. Questo è quello che è stato ufficialmente reso noto dal gruppo Kering. Alessandro Michele ha lavorato presso la maison da circa venti anni prima per Tom Ford e successivamente per Frida Giannini, fino a che sette anni fa assunse il ruolo di direttore artistico. Il suo contributo dette una svolta all’immagine di Gucci conquistando la simpatia della generazione più giovane attraverso il consenso dei messaggi sociali che trasmetteva con le sfilate e le campagne pubblicitarie della maison, improntate soprattutto sull’inclusione e sull’eguaglianza. A lui va riconosciuto questo stravolgimento della moda a cui molti altri brand hanno dato seguito, ma come sappiamo la moda è un business che non lascia spazio alla poesia ma si identifica in quei numeri che si ripercuotono in borsa. Se da una parte il direttore creativo deve sfornare un’immagine prorompente per innalzare un marchio, dall’altra deve continuare ad evolversi per non innescare una sensazione di stanchezza dovuto alla ripetizione del suo concept e questo è proprio il caso di Gucci. La concorrenza delle case francesi ha finito per dominare il mercato cinese del lusso e a mio avviso Gucci puntando sul target cliente più giovane ha finito per dissolvere il concetto di lusso esaltando soltanto un logo su prodotti di consumo. Il lusso non è un prodotto frivolo, il lusso è concretezza, è un investimento di estetica e di qualità con cui il cliente si propone alla società come business card. Questo lo sanno bene Chanel, Louis Vuitton o Hermes che riescono a confermarsi stagione dopo stagione. La creatività non deve avere un limite ma va saputa dosare e allo stesso tempo rinnovare per offrire al cliente quello che si aspetta da una casa di moda.

Condividi questo articolo

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *