Imperfezione e desiderio: la rivoluzione antiestetica di Meryll Rogge

da | Set 11, 2025

Merill Rogge  è la nuova direttrice creativa di Marni. La designer belga, vincitrice del Andam Grand Prize 2025, prende il posto di Francesco Risso a capo del brand. Meryll Rogge è la nuova direttrice creativa di Marni. Merill Rogge si è fatta strada impostando il suo stile tra contrasti e dualità, creando un’estetica anticonvenzionale in cui dietro ai suoi look disordinati o sperimentali si cela un lavoro di artigianalità costituito da tagli precisi e rifiniture curate con riferimenti nostalgici.

Nel lusso la moda antiestetica convenzionale avrà successo?

Merill Rogge  è la nuova direttrice creativa di Marni. La designer belga, vincitrice del Andam Grand Prize 2025, prende il posto di Francesco Risso a capo del brand. Dopo avere lavorato per sette anni a New York presso March Jacobs, e per il menswear di Dries Van Noten, ha fondato il suo marchio nel 2020 impostando il suo stile tra contrasti e dualità. La sua estetica si fonde sull’irregolarità, sulla stratificazione, bilanciando la scomposizione e dando vita a nuove forme antiestetiche.

Nel lusso, l’“antiestetico” non significa rifiuto della bellezza, ma rifiuto di una bellezza convenzionale, levigata e rassicurante. È un’estetica che accoglie l’imperfezione, la sproporzione, l’irregolarità, la contaminazione di elementi che a prima vista possono sembrare dissonanti. In questo senso è più vicina all’arte contemporanea che al concetto tradizionale di “lusso” come opulenza e armonia.

Tendenze favorevoli

Cambiamento generazionale: le nuove generazioni non cercano più solo status symbol, ma autenticità, identità e narrazioni personali. L’antiestetico si allinea a questa ricerca di diversità e unicità.

  • Moda come provocazione: il lusso spesso si nutre della capacità di sorprendere e rompere schemi. L’antiestetico offre un terreno fertile per sperimentazioni.
  • Inclusività estetica: si inserisce nel movimento più ampio che celebra corpi non convenzionali, imperfezioni e diversità culturali.
  • Esempi concreti: marchi come Balenciaga con Demna, Maison Margiela, Rei Kawakubo/Comme des Garçons hanno già aperto la strada a estetiche “scomode” e concettuali, con enorme influenza.

Rischi e limiti

Elitarismo intellettuale: non tutti i consumatori di lusso comprendono o accettano un linguaggio antiestetico; rischia di rimanere un discorso di nicchia.

  • Comunicazione complessa: serve una narrazione forte per far percepire valore in ciò che appare volutamente “strano” o “imperfetto”.
  • Mercato asiatico e mediorientale: spesso più legato a un’idea di lusso ostentativo, fatto di bellezza immediatamente leggibile, potrebbe essere meno ricettivo a un’estetica antiestetica.

Conclusione

Credo che la moda antiestetica abbia spazio nel lusso, ma non come tendenza dominante: piuttosto come avanguardia necessaria. Funziona per quei marchi che vogliono distinguersi con un linguaggio radicale, diventando “laboratori estetici” che influenzano poi l’intero settore. Il successo dipenderà dalla capacità di bilanciare provocazione e desiderabilità, cioè rendere l’antiestetico non solo concettualmente interessante, ma anche desiderato, collezionato, vissuto come lusso raro e culturale.

Giuseppe Mazzei

Fashion designer e consulente freelance con 40 anni di esperienza nel settore moda, attivo in Italia e all'estero (UK, Cina, Russia, Turchia). Specializzato nella realizzazione di campionari di abbigliamento, parte da un'analisi trasversale delle tendenze, considerando aspetti sociali, culturali e di design, per comprendere i gusti e i criteri d'acquisto del cliente finale, sviluppando così prodotti mirati.

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