Negli ultimi tempi, abbiamo osservato la facilità con cui le imprese sostituiscono il loro direttore artistico, un rischio che può compromettere l’identità del marchio, come sta accadendo attualmente a Burberry. Il successo di Prada, al contrario, si fonda sulla sua coerenza e sulla determinazione a seguire un percorso non convenzionale quando necessario. La donna Prada non si definisce per la sua seduzione, il suo status lavorativo o il suo umorismo, né cerca di compiacere gli altri o di sottomettersi; piuttosto, incarna l’autenticità e l’auto-amore, manifestando una sicurezza in sé stessa e nelle sue convinzioni.
La donna Prada rappresenta la donna contemporanea e quella del futuro, capace di ottenere nuove conquiste grazie alla sua autodeterminazione. L’identità del marchio Prada si distingue per l’equilibrio che pone tra uomo e donna, riconoscendo loro pari dignità e opportunità, senza configurare una relazione di antagonismo, ma promuovendo un dialogo armonioso basato sulla reciproca valorizzazione. Può sembrare una visione utopica, ma nella moda si può fare anche questo perché la moda è un sogno che si può avverare.
Al contrario, ho osservato come Iceberg abbia cercato di emulare MIU MIU, commettendo uno degli errori più gravi per un marchio: sottomettersi all’identità di un altro brand semplicemente per cavalcare il suo successo. Questo scivolamento verso l’omologazione preannuncia l’oblio del marchio, condannandolo a essere percepito come uno dei tanti in un mercato ormai saturo, dove l’offerta supera largamente la domanda.
“Costruite la vostra identità” è sempre stato il principio che ho instillato nelle aziende. “Solo in questo modo potrete garantirvi un futuro solido, non concentratevi su ciò che fanno gli altri, ma dedicatevi con determinazione a ciò che sapete fare al meglio”.
0 commenti