Guardando lo stile di Demna per Balenciaga non possiamo fare a meno di vedere lo specchio del nostro quotidiano che lo stilista racconta attraverso le sue provocazioni. Portare fuori la spazzatura, il tuo iPhone distrutto, indossare una giacca catarifrangente per andare in bicicletta. È tutto così dannatamente Balenciaga. Durante gli ultimi sette anni, il designer di origine georgiana con base in Svizzera ha rimodellato ciò che intendiamo come lusso oggi, trasformando oggetti e concetti apparentemente banali in prodotti ironicamente e provocantemente costosi. E c’è ben poco che non abbia modificato, interpretato e ricontestualizzato in questo processo: dalle Crocs alle borse IKEA, dalle paccottiglie vendute nei negozi di souvenir all’abbigliamento tecnico, fino ai sacchi della spazzatura e agli iPhone sfasciati questi ultimi sono stati spediti come invito agli ospiti della sfilata Balenciaga A/W 22, questo approccio alla moda non è sicuramente per i deboli di cuore!
Ma tutto questo ci riporta a quella parola sconcertante e sovversiva quando usata nel contesto della moda: realtà. Tra la sensazione di confusione e di fascino si trovano i segreti del successo di Balenciaga. Così, il brand è diventato uno specchio dei tempi assurdi, frammentati e paradossali in cui stiamo vivendo come dovrebbe fare esattamente una moda che si rispetti. La nostra quotidianità caratterizzata dall’aggressività ironica dei meme, dai sempre più agguerriti dibattiti su posizioni di pensiero diametralmente opposti, dalla rabbia del malcontento sociale, dall’attrazione verso l’irrazionalità come forma di sconvolgimento estetico.
Durante la sua ultima sfilata non c’è stata nessuna ironia, nessun artificio, nessun gioco di parole: la sua è stata una riproduzione degli orrori che prova chi è costretto a guardare la propria vita sradicarsi dalla propria casa, proprio com’è successo a Demna e alla sua famiglia da profughi. Alla domanda su quale fosse il messaggio dietro alla sfilata, Demna ha semplicemente risposto: “Il messaggio è l’amore, sempre.”
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