Forse non tutti sanno che nel mondo della produzione dei cosmetici molti ingredienti utilizzati sono prodotti petrolchimici e precisamente nella descrizione sul packaging possiamo leggere in minuscolo petrolato, olio minerale, profumo o fragranze, ftalati, tra almeno una dozzina di altri. Se da una parte l’opinione pubblica si è focalizzata sull’abbattimento delle microplastiche (derivati del petrolio) attraverso immagini che ci indignavano di fronte ad una fauna marina sempre più avvelenata, dall’altra le aziende del beauty si impegnavano con soluzioni di packaging con carta riciclata e riduzione dell’uso della plastica andando a stendere un velo sull’uso di prodotti petrolchimici, dichiarandosi marchi puliti. In questo clima di responsabiltà verso l’ambiente c’è stata una corsa a ridefinire il biglietto da visita dell’azienda di cosmesi con la dicitura di marchio “pulito” usando come strategia l’appoggio della comunità medico scientifica che afferma: i prodotti petrolchimici usati nei cosmetici come la vaselina sono puliti. Purtroppo la realtà è ben diversa perchè dopo il lavaggio questi ingredienti finiscono nello scarico e non si degradano facilmente nell’ambiente naturale, possono entrare nelle riserve d’acqua, nella fauna selvatica e persino nel sangue umano e nel latte materno.
Purtroppo la maggior parte dei consumatori di prodotti di bellezza non è al corrente del proprio sostegno verso l’industria petrolifera con il conseguente inquinamento del pianeta. É indispensabile essere consapevoli di quanto la nostra bellezza può essere responsabile della bruttezza del mondo.
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