Gucci Cosmogonie

da | Mag 17, 2022

Immancabilmente l’ennesima sfilata di Gucci si è presentata come un’affascinante spettacolo, svoltosi nella prestigiosa location di Castel del Monte ad Adria sotto un trionfo di luci e costellazioni proiettate sulle pareti. Come ormai d’abitudine per esprimermi devo guardare due volte le sfilate di Alessandro Michele perché il suo stile, che possiamo definire unico, è composto da un assemblaggio di gusti, di epoche diverse e di concetti che si susseguono all’apparenza senza una scaletta, passando bruscamente da un sapore all’altro non offrendo allo spettatore, o almeno a me, il tempo di metabolizzare ogni singolo look, facendomi percepire una frequenza di sensazioni diverse e opposte simili a quelle grafiche di un elettrocardiogramma. Ogni suo elemento raffigura uno scatto fotografico che viene unito agli altri per mescolarli in una scatola che si apre dopo averla agitata, e prendendo vita si muovono sulla passerella. Questa sua casualità di forme diverse è il modo con cui Alessandro Michele ci comunica l’inclusione, la libertà di essere come più ci amiamo, abbattendo la gabbia degli stereotipi che senza il nostro consenso ci suddivide in schedari con un’etichetta leggibile a tutti. Lui ci suggerisce di essere attori di noi stessi e di calcare liberamente il palco della nostra quotidianità, fieri di offrire il nostro spettacolo agli altri.

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Giuseppe Mazzei

Esperienza di 38 anni nel campo della moda come fashion designer e fashion consultant freelence, in Italia e all'estero UK, Cina, Russia, Turchia, realizzando campionari di abbigliamento. Opera facendo inizialmente una ricerca trasversale di tendenze raccogliendo notizie, dai cambiamenti sociali, di pensiero, della moda, dello spettacolo, dell'interior design , del locomotive, musicali, delle subculture per capire cosa piacerà al cliente finale e con quale criterio comprerà, per poi studiare il prodotto.

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