COCO CHANEL
Benché subiamo tante influenze dal mondo della moda nessuna è determinante e nessuna abolisce la capacità di essere sé stessi. Mai come oggi la moda rinvia sempre più l’individuo a sé stesso e allo stesso tempo rende sempre più problematico il suo rapporto con con gli altri. Viviamo in una società in cui l’identità non ci viene più data dalla tradizione, bensì è qualcosa che ci dobbiamo scegliere in forza del nostro ruolo di consumatori. A sua volta l’interpretazione altrui della nostra identità spesso non coincide con il nostro pensiero quindi il valore che può avere alla luce di tutti non è reale come può essere la data di nascita o la nazionalità. Basta pensare che in Occidente un uomo con la tunica non rientra nella cultura tradizionale maschile mentre a Dubai è di uso comune, quindi i mezzi che hanno permesso di accorciare le distanze si sono rilevati inutili di fronte alle lontananze di diversità del pensiero, in funzione delle differenti culture. Possiamo dire che la scelta di ciò che indossiamo è il nostro modo di comunicare selettivamente ad un gruppo della società perché ci sembra corretto, avendo compiuto la scelta di appartenervi.
Sembrerebbe tutto molto semplice se l’ambiguità non fosse il tratto caratteristico della moda come comunicazione perché essa è madre di un prodotto che poi la moda stessa distrugge, infatti l’essenza della moda è quella di produrre segni efficaci che nel giro di poco tempo diventeranno inefficaci. Possiamo combattere la sua l’ambiguità riducendola ad un significato definito, facendo quindi la scelta fra affidarsi alla sicurezza dell’intramontabile nostro caro passato e la convivenza con il paradosso, ma come diceva Madame Coco Chanel la moda è legata con quello che succede.
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