Il 14 marzo Dior ha presentato la collezione Pre Fall 2023 a Mumbay sotto l’arco di Basalto alto 26 metri, eretto per commemorare l’approdo del re Giorgio V e della regina Maria a Mumbai. Mariagrazia Chiuri si ispira all’artigianalità autoctona indiana presentando una collezione che esplora il contesto culturale-manuale che ha reso famosa l’India in tutto il mondo per i suoi ricami. Con l’avvento della globalizzazione questo grande paese è stato preso d’assalto dalle varie aziende per il suo basso costo di manodopera svalorizzando quindi i contenuti estetici delle produzioni locali, come se solo i brand fossero l’unico dogma di stile che potessero dettare legge nel mondo della moda. La Chiuri rompe questo legame connettendosi con la scuola di Chanakaper arrivare all’archivio dell’ex direttore creativo Marc Bohan, proponendo un caleidoscopio di artigianalità indiana a tinte vivaci. Semplicità opulenta e un’elementarità sfarzosa descrive questo viaggio nel presente e nel passato. Dior precedentemente aveva già omaggiato l’India con Gianfranco Ferrè nella collezione Haute Couture Autunno-Inverno 1996/1997, da lei stesso chiamata “ Passione Indiana” e John Galliano nella la collezione Primavera-Estate 1998 ispirandosi ai lussuosi gioielli Raj.
La moda quindi può veicolarci verso il punto d’incontro di differenti culture attivando uno scambio di estetiche che può solo che arricchire le nostre conoscenze. La moda può unire senza dividere e se dietro c’è un ritorno economico non possiamo dire che sia diverso dalla musica che come tutti sappiamo è un fenomeno che unisce.
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