Naked dress o Nude Look

da | Feb 13, 2023

Il Naked dress o Nude Look è una vera e propria contraddizione perché letteralmente è un ossimoro: essere nudo, ma indossando un vestito. Un abito che non è per le insicure o per chi si vergogna del proprio corpo, al contrario va contro tutte le convenzioni che soffocano il corpo di una donna dentro abiti idonei e consoni alle circostanze. Qui si va nella direzione opposta e le donne indossano questo modello per riprendersi il potere sul proprio corpo mostrando più del dovuto, come a ricordarci che non è quanto mostri di te a giustificare un atteggiamento di un altro nei tuoi confronti. Essere nudi è essere sé stessi che è tutt’altra cosa da essere spogliati è essere visti nudi dagli altri. Quindi possiamo definire che il Naked dress o più comunemente il Nude Look è una conquista di libertà e non l’accettazione di essere un oggetto del desiderio. Andiamo indietro nella storia per capire l’evoluzione di questo concetto nella moda.
Ossia Clark, con i suoi chiffon trasparenti, è il primo a proporre concretamente il Nude Look, ma sarà Courreges a renderlo al massimo. Intanto Yves Saint Laurent manda in passerella la sfilata di alta moda una modella con camicetta di mussola trasparente con seno a vista nel 1966.
Fu subito scandalo, ricompensato da una pubblicità e celebrità senza pari. Nell’inverno 1968, il genio parigino presenta un abito rasoterra: mussola nera trasparente, piume di struzzo su fianchi e cosce, un serpente d’oro come cintura, e nient’altro. L’anno successivo, appunto Courreges , crea vestiti in organza trasparente: fiori o forme geometriche a proteggere l’intimo. Nel 1970 Ungaro apre il decennio dei figli dei fiori con mantella e pantalone trasparenti, un bianco rasoterra ricco di fiori applicati, il torso semi nudo per l’abito da sposa. Karl Lagerfeld per Cloè nel 1977, presenta con l’aiuto di Newton una maxi blusa in pizzo nero trasparente in strada. In seguito il nude look viene presentato da Jhon Galliano, Sonia Rykiel, fino ad arrivare ai giorni nostri con Anthony Vaccarello per Saint Laurent. In questi giorni l’abito realizzato da Maria Grazia Chiuri che non era altro che un trompe l’oeil del corpo della Ferragni è stato oggetto di critica da parte di chi si è sentito di annullare tutte le conquiste che la moda ha compiuto nell’arco di decenni in nome di un moralismo bigotto che è del tutto fuori moda. La moda per la donna deve essere libertà di espressione, di pensiero, di conquiste e mai e sottolineo mai un orientamento di prigionia che come massima espressione è il Burka. La donna occidentale legittimamente può mostrarsi per come è la bellezza della sua indole, rivoluzionaria, ribelle, indipendente, sensuale, romantica, e dico nessuno ha il diritto di calpestarla, nessuno può imporle le sue scelte e nessuno la può offendere.

Condividi questo articolo

Giuseppe Mazzei

Esperienza di 38 anni nel campo della moda come fashion designer e fashion consultant freelence, in Italia e all'estero UK, Cina, Russia, Turchia, realizzando campionari di abbigliamento. Opera facendo inizialmente una ricerca trasversale di tendenze raccogliendo notizie, dai cambiamenti sociali, di pensiero, della moda, dello spettacolo, dell'interior design , del locomotive, musicali, delle subculture per capire cosa piacerà al cliente finale e con quale criterio comprerà, per poi studiare il prodotto.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *