Parig – Dakar

da | Dic 11, 2022

Non sto parlando della storica gara di Rally Parigi – Dakar che inizierà il prossimo 31 dicembre, ma della sfilata di moda di Chanel Métiers d’Art che ha catapultato gli ospiti nell’ex Palazzo di giustizia di Dakar nel Senegal, accolti dalla performance di danza della École des Sables e dal coreografo Dimitri Chamblas. Chanel ha voluto dare visibilità alla zona geografica africana finora rimasta sempre distante dal mondo della moda.

Il tema è l’inaugurazione di un ponte che unisce le culture di due continenti diversi, un allegro festeggiamento con tanto colore e musica.

È una collezione demi-couture che sprigiona tutta la sua energia attraverso la connotazione sartoriale e artigianale della maison. Il suo excessive luxury gioioso propone una connessione tra l’eccellenza del fatto a mano e le esigenze di tutti i giorni per una donna che ama comprare qualcosa di concreto valore al di là del logo. A Virginie Viard va riconosciuto il merito di aver svolto un lavoro pignolo degno di nota interpretato con quel gusto di savoir faire massimalista francese che lo caratterizza.

All’incontro tra i vertici del marchio sono stati annunciati per gennaio una serie di seminari a Dakar curati da Le19M e gli alunni delle scuole di design locali. Fulcro delle operazioni, l’Ancien Palais de Justice, inaugurato nel 1958, abbandonato per anni e ora sede della Biennale d’Arte senegalese, che Chanel contribuirà a restaurare. Così facendo, il marchio ha instaurato un dialogo, evitando il rischio, molto concreto vista la lunga dominazione francese in Senegal, di apparire come “colonizzatori” venuti a sfruttare la città.

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Giuseppe Mazzei

Esperienza di 38 anni nel campo della moda come fashion designer e fashion consultant freelence, in Italia e all'estero UK, Cina, Russia, Turchia, realizzando campionari di abbigliamento. Opera facendo inizialmente una ricerca trasversale di tendenze raccogliendo notizie, dai cambiamenti sociali, di pensiero, della moda, dello spettacolo, dell'interior design , del locomotive, musicali, delle subculture per capire cosa piacerà al cliente finale e con quale criterio comprerà, per poi studiare il prodotto.

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