Perché la moda non affronta il dramma della pena di morte?

da | Ago 9, 2022

Come spesso abbiamo visto la moda si propone come promotrice di risoluzione di problemi sociali per un mondo migliore, quali la libertà di identità di genere, il razzismo, l’inclusione o l’ecosostenibilità, però mai ha affrontato il dramma della pena di morte. Chissà, posso pensare perché l’America o la Cina sono mercati fiorenti per l’esportazione e in questi paesi e la pena di morte è ben accolta dai cittadini come atto d vendetta contro il crimine.

Questo film tratta un caso realmente accaduto sulla pena di morte nel Texas di un innocente. In America la pena di morte viene strumentalizzata per avere i consensi dal popolo, dal momento che un uomo viene giudicato un mostro dai cittadini attraverso i media, la politica li soddisfa condannandolo e se questo è povero e non può permettersi un avvocato costoso capace di dimostrare la sua innocenza, non ha più speranza. Cosa ben diversa per un colpevole ricco che può permettersi il migliore avvocato. Dal 1980 ci sono stati 158 casi di pena di morte rievocati prima che nuove prove provassero la loro innocenza, potete immaginare quanti innocenti non ce l’hanno fatta. La pena di morte viene interpretata dai cittadini come un atto di vendetta giustificato dal reato che la giustizia ha sentenziato, ma dietro questa giustizia c’è la corruzione, la corsa verso la vincita alle elezioni e di conseguenza interessi economici. Sapete cosa si prova aspettare nel braccio della morte il giorno in cui verrai giustiziato? Possono passare anni e nel frattempo vedrai i compagni di cella che vengono chiamati perché è giunto il loro momento mentre ti chiedi quando sarà il tuo.

Signori e signore questa è l’America la nazione che esporta la democrazia. Di fronte ad un sistema giuridico che ha delle falle la moda dovrebbe prendere una posizione, comunicare al mondo che è una prassi insostenibile colma di lacune in cui il vincitore è la politica e non la giustizia.

Condividi questo articolo

Giuseppe Mazzei

Esperienza di 38 anni nel campo della moda come fashion designer e fashion consultant freelence, in Italia e all'estero UK, Cina, Russia, Turchia, realizzando campionari di abbigliamento. Opera facendo inizialmente una ricerca trasversale di tendenze raccogliendo notizie, dai cambiamenti sociali, di pensiero, della moda, dello spettacolo, dell'interior design , del locomotive, musicali, delle subculture per capire cosa piacerà al cliente finale e con quale criterio comprerà, per poi studiare il prodotto.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *