Sfida tra sfarzo e morigeratezza

da | Gen 3, 2024

Il panoramo della moda si focalizza su due tendenze diametralmente opposte: quella dello sfarzo e quella della frugalità, quest’ultima definita Quiet Luxury.

Il gruppo Kering ha registrato un terzo trimestre negativo (-13% ) una tendenza che era già in atto e che spinse François-Henri Pinault a far scendere dal trono Alessandro Michele fautore di una crescita esponenziale del brand a doppia G con la collaborazione di Marco Bizzarri. Anche il sodalizio Gobetti-Davis non ha dato ottimi risultati con un calo delle vendite del 10% nel terzo trimestre. Il rebranding di Burberry attraverso Daniel Lee ha offerto più visibilità alla casa inglese ma con un misero risultato del +1%. D’altro canto chi non ha avuto impennate di crescita, grazie al mercato cinese, e ha visto il loro valore di brand aumentare in modo sostenuto e organico, anche grazie a una magistrale strategia di marchio e di comunicazione e alla minore dipendenza dall’estro del momento del direttore creativo, continuano a cogliere frutti in una modalità costante e ordinata.

Lo sanno bene Hermes, Chanel e Dior da parte dei francesi e Armani, Zegna, Moncler, Prada e Cucinelli da parte degli italiani.

La polarizzazione di questi due aspetti ci insegna che come una Ferrari non può sempre andare a 300 km orari così il sistema moda deve conseguire un ritmo ed esserne consapevole. Le previsioni nel 2024 saranno alimentate da uno scontro tra il desiderio di opulenza da parte del cliente, per sentirsi affermato con un prodotto che non genera una soddisfazione duratura, e l’induzione verso un senso di colpa verso tutto ciò che è superfluo e deleterio per la vita del pianeta. Nel recente Vertice mondiale sull’azione per il clima, 1-2 dicembre 2023, COP28 si sono evidenziate tutte queste contraddizioni, essendo questi temi delicati e sensibili stati trattati nella sfarzosa Dubai, il cliente del lusso è spesso veicolato verso l’acquisto opulento, ma costantemente stimolato ad avere dei sensi di colpa da parte dei social. Questa discordanza graverà sul sistema moda con crisi di reputazioni ed esibizionismi barocchi non dando giustizia al sistema manifatturiero che dovrebbe fare leva molto di più sull’eccellenza dell’offerta, sulla ricercatezza stilistica e sulla produzione di valore nel lungo termine.

Giuseppe Mazzei

Fashion designer e consulente freelance con 40 anni di esperienza nel settore moda, attivo in Italia e all'estero (UK, Cina, Russia, Turchia). Specializzato nella realizzazione di campionari di abbigliamento, parte da un'analisi trasversale delle tendenze, considerando aspetti sociali, culturali e di design, per comprendere i gusti e i criteri d'acquisto del cliente finale, sviluppando così prodotti mirati.

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