Shein: il lager della moda

da | Ott 19, 2022

Come è possibile comprare un abito a pochi euro? Semplice, qualcuno ve lo sta pagando con la propria vita. Uno dei casi più acclamanti è Shein un’azienda cinese di fast fashion produttrice di capi a basso costo e che vengono acquistati dalla clientela di fascia più giovane. La tentazione di poter indossare la copia di un capo delle più seguite influencer fa centro su quel genere di pubblico che ama presentarsi con un mood glam sui social o con gli amici. Shein va appunto ad appagare quel desiderio con una vasta gamma di scelta e soprattutto con prezzi alla portata di tutti. Dietro a questo servizio si cela una realtà inaccettabile ossia lo sfruttamento dei lavoratori che contribuiscono a far crescere il fatturato di questa azienda che si aggira intorno ai 100 miliardi di dollari. Secondo un indagine di Channel 4 risulta che la paga è pari a 4 centesimi di dollaro a capo in turni lavorativi di 18 ore al giorno, che i dipendenti sono costretti a lavarsi i capelli in pausa pranzo e a cucire 500 capi al giorno con punizioni per chi sbaglia. È degli ultimi mesi un nuovo trend su TikTok che riguarda proprio Shein, moltissime ragazze avrebbero notato e filmato le etichette di alcuni capi acquistati in cui apparirebbero, tra le istruzioni per il lavaggio, richieste d’aiuto da parte dei dipendenti di Xu ” I need your help”. Quindi il mio invito è a non comprare Shein, a creare un passaparola online per denunciare questo lager per lo sfruttamento dei lavoratori e soprattutto non essere complici di ingiustizie sociali per sentirsi più belle/i perché la bellezza ha più valore nell’animo.

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Giuseppe Mazzei

Esperienza di 38 anni nel campo della moda come fashion designer e fashion consultant freelence, in Italia e all'estero UK, Cina, Russia, Turchia, realizzando campionari di abbigliamento. Opera facendo inizialmente una ricerca trasversale di tendenze raccogliendo notizie, dai cambiamenti sociali, di pensiero, della moda, dello spettacolo, dell'interior design , del locomotive, musicali, delle subculture per capire cosa piacerà al cliente finale e con quale criterio comprerà, per poi studiare il prodotto.

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